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<p class="MsoNormal">
  <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">
    <span style="font-size:15px;"> &egrave; una maraviglia di forme e di colori, Candelora, una sfida dispettosa ai suoi occhi di pittore che la scoprono sempre muova e diversa.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">In questa ora meridiana, qua nel giardino della villetta, sotto questo sole nero d&rsquo;agosto che si frastaglia tutto d&rsquo;ombre violente, &egrave; spaventosa. Ritornata questa mattina dai bagni di mare, scabra e arrostita dal sole e dalla salsedine, ha negli occhi chiari bruciati, nel mento un po&rsquo; rientrato, nei capelli gialli irruviditi, un&rsquo;aria di capra addormentata nella volutt&agrave;. Con quelle robuste braccia nude spellate e quelle &agrave;nche poderose par che debba stracciare a ogni mossa la fragile vesticciuola aderente, di velo azzurro, che le stride su le carni arse.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Ah, com&rsquo;&egrave; ridicola quella veste!</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Candelora ha nuotato nuda per mattinate intere, nuda su la spiaggia deserta s&rsquo;&egrave; cosparse e maculate di rena infocata le sode carni al sole, sentendo alle piante dei piedi il fremito fresco delle spume marine. Come pu&ograve; pi&uacute; nasconderle ora la nudit&agrave; prorompente quella vesticciuola celeste? Messa per decenza, in realt&agrave; la fa apparire assai pi&uacute; indecente che se fosse nuda.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Nella rabbia, ella nota l&rsquo;ammirazione negli occhi di lui, e istintivamente ha un sorriso di compiacimento, che subito per&ograve; la esaspera. Diventa ghigno, quel sorriso; un ghigno che a un tratto si rompe in singhiozzi.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">E Candelora scappa via verso la villetta.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Nane Papa, quasi senza volerlo, arriccia il volto in una smorfia monellesca, seguendola con gli occhi; poi si guarda il braccio ferito, che al sole gli brucia forte; poi, chi sa perch&eacute;, si sente pungere anche lui gli occhi dal pianto.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">&Egrave; atroce, veramente, in mezzo a un afoso meriggio di agosto. avvertire cos&igrave;, in una pausa, la vita che pesa, carica di vergogna e di schifo, e sentire piet&agrave;, mentre si suda, del peso sull&rsquo;anima di quella vergogna e di quello schifo.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Nella tetraggine di tutto quel sole torrido, sul giardino frastagliato d&rsquo;ombre, ha il senso, ora, Nane Papa (un senso che l&rsquo;opprime, lo urta e quasi lo sgomentai, della presenza di tante cose immobili e come attonitamente sospese davanti a lui: gli alberi, quegli alti fusti d&rsquo;acacia, la vasca con quel giro di roccia artificiale e con quello specchio verde d&rsquo;acqua stagnata, i sedili.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Che aspettano?</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Egli pu&ograve; muoversi; se ne pu&ograve; anche andare. Ma che stranezza! Si sente come guardato da tutte quelle cose immobili, attorno; e non solo guardato, ma anche come legato dal fascino ostile, quasi ironico, che spira dalla loro attonita immobilit&agrave; e che gli fa apparire inutile, stupido, anche buffo il suo potersene andare.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Rappresenta la ricchezza del barone Chico quel giardino. Egli, Nane Papa, vi sta da circa sei mesi; e solo questa mattina ha provato il bisogno irresistibile di porre sotto gli occhi a s&eacute; stesso e a Candelora ritornata dal mare, la sua vergogna e quella di lei, in tutta la sua nudit&agrave;; ma ridendo, perch&eacute; Candelora pretendeva d&rsquo;uscire da questa vergogna, ora che &ndash; a suo dire &ndash; potevano.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Gi&agrave;! Perch&eacute; si vendono bene, ora, i quadri di Nane Papa, e il valore della sua arte nuova, personalissima, s&rsquo;&egrave; imposto, non gi&agrave; perch&eacute; sia realmente compreso. ma perch&eacute; l&rsquo;imbecillit&agrave; dei ricchi visitatori delle esposizioni d&rsquo;arte &egrave; stata costretta dalla critica a fermarsi davanti alle sue tele.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">La critica? Via, una parola, la critica! Una parola che non vive, se non nei calzoni d&rsquo;un critico. E il critico a cui Candelora un giorno, per disperata, volle andare a gridare in faccia se era giusto che un artista come Nane Papa morisse di fame, quel critico (il pi&uacute; ascoltato di tutti) ha voluto s&igrave; con un magistrale articolo richiamare l&rsquo;attenzione degli imbecilli sull&rsquo;arte nuova e personalissima di Nane Papa, ma ha voluto anche che questo riconoscimento dell&rsquo;artista fosse, non diciamo pagato, ma graziosamente compensato con la pi&uacute; viva gratitudine di Candelora. E Candelora, subito, non solo a quel critico, ma a tutti gli ammiratori pi&uacute; fanatici dell&rsquo;arte nuova del marito, inebriata della vittoria che forse le pareva dovesse costarle chi sa quanto, subito s&rsquo;&egrave; dimostrata gratissima; gratissima a tutti, a quel barone Chico in ispecie che &ndash; ecco &egrave; arrivato finanche ad alloggiarli nella sua villetta, per avere l&rsquo;onore di dar ricetto a un portento dell&rsquo;arte, a un figlio della gloria... E che trattamenti! che regali! che feste!</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Se non le &egrave; costato nulla far cos&igrave;, niente di male, povera Candelora!</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Le ha fatto paura la povert&agrave;, ecco. Dice di no, lei dice che le faceva rabbia, non paura; perch&eacute; quella povert&agrave; non era lo stento, non era l&rsquo;avvilimento, era l&rsquo;ingiustizia, dato il merito di lui. Quest&rsquo;ingiustizia ha voluto vendicare. E come? Eccolo, come: la villetta, l&rsquo;automobile, il canotto, ori, gemme, gite, abiti, feste... E ha provato un gran dispetto per lui rimasto tal quale, n&eacute; triste n&eacute; lieto, sciamannato come prima, senz&rsquo;altra gioja fuori di quella de&rsquo; suoi colori, senz&rsquo;altra voglia che di scavare, dl scavare nella sua arte per il bisogno sempre insoddisfatto di andare in fondo ad essa, quanto pi&uacute; in fondo fosse possibile, tanto da non veder pi&uacute; nulla della buffa fantasmagoria della vita che gli s&rsquo;agita attorno.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Forse, anzi certo, rappresenta la sua gloria, questa buffa fantasmagoria: le gemme, il lusso di Loretta, gl&rsquo;inviti, le feste. La sua gloria e anche, perch&eacute; no? la sua vergogna. Ma che glien&rsquo;importa?</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Tutta la sua vita, tutto ci&ograve; che di vivo &egrave; in lui egli lo mette, lo d&agrave;, lo spende per il gusto di far carnosa una foglia, facendosi egli stesso pasta carnosa, fibre e vene di quella foglia; rigido e nudo un sasso, che si senta e viva sasso sulla tela: e questo solo gl&rsquo;importa.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">La sua vergogna? la sua vita? la vita degli altri? Cose estranee, transitorie, di cui &egrave; vano tener conto. L&rsquo;arte sua lei sola vive, l&rsquo;opera che prepotentemente piglia corpo dalla luce e dal tormento della sua anima.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Se &egrave; stata cos&igrave; la sua sorte, &egrave; segno che non poteva essere altrimenti. Gli pare gi&agrave; tanto lontana a pensarci!</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">E cos&igrave;, come da lontano, ha detto a Loretta, questa mattina, che gli sarebbe piaciuto, certo &ndash; oh, ma senza dare alcun peso alla cosa &ndash; gli sarebbe piaciuto trovarsi accanto nella vita una compagna buona. a cui la povert&agrave; non avesse fatto tutta quella rabbia; una compagna umile e mite, sul cui seno avesse potuto riposarsi; che gli avesse ispirato con le sue sofferenze la stessa pena che gl&rsquo;ispirava allora la sua arte misconosciuta.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Loretta, naturalmente, gli &egrave; saltata addosso come una gatta inferocita.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Ma che fa, intanto? Non ritorna gi&uacute; con la tintura di jodio, la bambagia e la fascetta? Se n&rsquo;&egrave; andata su piangendo, poverina...</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Vuol essere amata, adesso, Loretta. Amata da lui, forse per dispetto della sua indifferenza. Non &egrave; una pazzia? Se egli la amasse davvero, dovrebbe ucciderla. Ci vuole quella indifferenza, come condizione imprescindibile per sopportare la vergogna ch&rsquo;ella gli rappresenta accanto. Uscire da questa vergogna? E come &egrave; pi&uacute; possibile ormai, se tutti e due l&rsquo;hanno dentro, fuori, attorno? L&rsquo;unica &egrave; questa, non darci importanza, e seguitare, lui a dipingere, lei a divertirsi, con Chico per ora, poi con un altro, ma anche con Chico e un altro insieme, allegramente. Cose della vita, sciocchezze... In un modo o nell&rsquo;altro, passano e non lasciano traccia. Ridere, intanto, di tutte le cose nate male, che restano a penare nelle lor forme sgraziate o sconce, finch&eacute; col tempo non crollano in cenere. Ogni cosa porta con se la pena della sua forma, la pena d&rsquo;esser cos&igrave; e di non poter pi&uacute; essere altrimenti. &Egrave; appunto in questo il nuovo della sua arte, nel far sentire questa pena della forma. Sa bene lui che ogni gobbo bisogna che si rassegni a portare la sua gobba. E come le forme sono i fatti. Quando un fatto &egrave; fatto, &egrave; quello, non si cangia pi&uacute;. Candelora, per quanto faccia, non potr&agrave; pi&uacute;, per esempio, ritornar pura come quando era povera. Sebbene pura, forse, non &egrave; stata mai, Candelora, neppure da bambina Non avrebbe potuto fare ci&ograve; che ha fatto; e goderne, dopo.</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  <span style="font-size:15px;">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">Ma come mai, cos&igrave; all&rsquo;improvviso, questa nostalgia di purezza; di mettersi con lui, adesso, appartata&rsquo; tranquilla, modesta, amorosa? Con lui, dopo quanto &egrave; avvenuto? Quasich&eacute; lui, adesso, sia pi&uacute; in grado di prendere sul serio qualche cosa, nella vita: e l&rsquo;amore, poi! e un amore poi, cos&igrave; tutto gualcito, come quello di lei, con l&rsquo;immagine buffa di Chico e di quel critico e di tanti altri che, attorno a lei e a lui idillicamente abbracciati, si metterebbero a fare giro giro tondo...</span>
  </span>
</p>
<p class="MsoNormal">
  &nbsp;
</p>
  </body>
</html>

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65 FAquili picture FAquili Thu 23 Jan, 2014 14:17:21 +0000

Audiostories:
- Candelora
- Giacomino
- Il treno ha fischiato
- Signore nave