Subversion Repository Public Repository

Nextrek

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
105
106
107
108
109
110
111
112
113
114
115
116
117
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
133
134
135
136
137
138
139
140
141
142
143
144
145
146
147
148
149
150
151
152
153
154
155
156
157
158
159
160
161
162
163
164
165
166
167
168
169
170
171
<style type="text/css">
  /* Font Definitions */
  @font-face
  {font-family:"Cambria Math";
  panose-1:2 4 5 3 5 4 6 3 2 4;}
  @font-face
  {font-family:Calibri;
  panose-1:2 15 5 2 2 2 4 3 2 4;}
  @font-face
  {font-family:"Book Antiqua";
  panose-1:2 4 6 2 5 3 5 3 3 4;}
  /* Style Definitions */
  p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal
  {color :black;
  margin-top:0cm;
  margin-right:0cm;
  margin-bottom:10.0pt;
  margin-left:0cm;
  line-height:115%;
  font-size:11.0pt;
  font-family:"Calibri","sans-serif";}
  .MsoChpDefault
  {font-family:"Calibri","sans-serif";}
  .MsoPapDefault
  {margin-bottom:10.0pt;
  line-height:115%;}
  @page WordSection1
  {size:595.3pt 841.9pt;
  margin:70.85pt 2.0cm 2.0cm 2.0cm;}
  div.WordSection1
  {page:WordSection1;}
</style>
<html>



  <body bgcolor="transparent">

 
  <p class="MsoNormal">
    <span style="font-family:trebuchet ms,helvetica,sans-serif;">
      <span style="font-size:15px;">

E Zi' Dima si mise a far passare ogni pezzetto di fil di ferro attraverso i due fori accanto, l'uno di qua e l'altro di là della saldatura; e con le tanaglie ne attorceva i due capi. Ci volle un'ora a passarli tutti. I sudori, giù a fontana, dentro la giara. Lavorando, si lagnava della sua mala sorte. E il contadino, di fuori, a confortarlo.<br>

- Ora aiutami a uscirne, - disse alla fine Zi' Dima.<br>

Ma quanto larga di pancia, tanto quella giara era stretta di collo. Zi' Dima, nella rabbia, non ci aveva fatto caso. Ora, prova e riprova, non trovava più il modo di uscirne. E il contadino invece di dargli ajuto, eccolo là, si torceva dalle risa. Imprigionato, imprigionato lì, nella giara da lui stesso sanata e che ora - non c'era via di mezzo - per farlo uscire, doveva essere rotta daccapo e per sempre.<br>

Alle risa, alle grida, sopravvenne Don Lollò. Zi' Dima, dento la giara, era come un gatto inferocito.<br>

Fatemi uscire! - urlava -. Corpo di Dio, voglio uscire! Subito! Datemi ajuto!<br>

Don Lollò rimase dapprima come stordito. Non sapeva crederci.<br>

- Ma come? là dentro? s'è cucito là dentro?<br>

S'accostò alla giara e gridò al vecchio:<br>

- Ajuto? E che ajuto posso darvi io? Vecchiaccio stolido, ma come? non dovevate prender prima le misure? Su, provate: fuori un braccio... così! e la testa... su... no, piano! Che! giù... aspettate! così no! giù, giù... Ma come avete fatto? E la giara, adesso? Calma! Calma! Calma! - si mise a raccomandare tutt'intorno, come se la calma stessero per perderla gli altri e non lui. - Mi fuma la testa! Calma! Questo è caso nuovo... La mula!<br>

Picchiò con le nocche delle dita su la giara. Sonava davvero come una campana.<br>

- Bella! Rimessa a nuovo... Aspettate! - disse al prigioniero. - Va' a sellarmi la mula! - ordinò al contadino; e, grattandosi con tutte le dita la fronte, seguitò a dire tra sé: «Ma vedete un po' che mi capita! Questa non è giara! quest'è ordigno del diavolo! Fermo! Fermo lì!»<br>

E accorse a regger la giara, in cui Zi' Dima, furibondo, si dibatteva come una bestia in trappola.<br>

- Caso nuovo, caro mio, che deve risolvere l'avvocato! Io non mi fido. La mula! La mula! Vado e torno, abbiate pazienza! Nell'interesse vostro... Intanto, piano! calma! Io mi guardo i miei. E prima di tutto, per salvare il mio diritto, faccio il mio dovere. Ecco: vi pago il lavoro, vi pago la giornata. Cinque lire. Vi bastano?<br>

- Non voglio nulla! - gridò Zi' Dima. - Voglio uscire.<br>

- Uscirete. Ma io, intanto, vi pago. Qua, cinque lire.<br>

Le cavò dal taschino del panciotto e le buttò nella giara. Poi domandò, premuroso:<br>

- Avete fatto colazione? Pane e companatico, subito! Non ne volete? Buttatelo ai cani! A me basta che ve l'abbia dato.<br>

Ordinò che gli si désse; montò in sella, e via di galoppo per la città. Chi lo vide, credette che andasse a chiudersi da sé in manicomio, tanto e in così strano modo gesticolava.<br>

Per fortuna, non gli toccò di fare anticamera nello studio dell'avvocato; ma gli toccò d'attendere un bel po', prima che questo finisse di ridere, quando gli ebbe esposto il caso. Delle risa si stizzì.<br>

- Che c'è da ridere, scusi? A vossignoria non brucia! La giara è mia!<br>

Ma quello seguitava a ridere e voleva che gli rinarrasse il caso com'era stato, per farci su altre risate. "Dentro, eh? S'era cucito dentro? E lui, don Lollò che pretendeva? Te... tene... tenerlo là dentro... ah ah ah... ohi ohi ohi... tenerlo là dentro per non perderci la giara?"<br>

- Ce la devo perdere? - domandò lo Zirafa con le pugna serrate. - Il danno e lo scorno?<br>

- Ma sapete come si chiama questo? - gli disse infine l'avvocato. - Si chiama sequestro di persona!<br>

- Sequestro? E chi l'ha sequestrato? - esclamò lo Zirafa. - Si è sequestrato lui da sé! Che colpa ne ho io?<br>

L'avvocato allora gli spiegò che erano due casi. Da un canto, lui, Don Lollò, doveva subito liberare il prigioniero per non rispondere di sequestro di persona; dall'altro il conciabrocche doveva rispondere del danno che veniva a cagionare con la sua imperizia o con la sua storditaggine.<br>

- Ah! - rifiatò lo Zirafa. Pagandomi la giara!<br>

- Piano! - osservò l'avvocato. - Non come se fosse nuova, badiamo!<br>

- E perché?<br>

- Ma perché era rotta, oh bella!<br>

- Rotta? Nossignore. Ora è sana. Meglio che sana, lo dice lui stesso! E se ora torno a romperla, non potrò più farla risanare. Giara perduta, signor avvocato!<br>

L'avvocato gli assicurò che se ne sarebbe tenuto conto, facendogliela pagare per quanto valeva nello stato in cui era adesso.<br>

- Anzi - gli consigliò - fatela stimare avanti da lui stesso.<br>

- Bacio le mani - disse Don Lollò, andando via di corsa.<br>

Di ritorno, verso sera, trovò tutti i contadini in festa attorno alla giara abitata. Partecipava alla festa anche il cane di guardia, saltando e abbajando. Zi' Dima s'era calmato, non solo, ma aveva preso gusto anche lui alla sua bizzarra avventura e ne rideva con la gajezza mala dei tristi.<br>

Lo Zirafa scostò tutti e si sporse a guardare dentro la giara.<br>

- Ah! Ci stai bene?<br>

- Benone. Al fresco - rispose quello. - Meglio che a casa mia.<br>

- Piacere. Intanto ti avverto che questa giara mi costò quattr'onze nuova. Quanto credi che possa costare adesso?<br>

- Come me qua dentro? - domandò Zi' Dima.<br>

I villani risero.<br>

- Silenzio! - gridò lo Zirafa. - Delle due l'una: o il tuo mastice serve a qualche cosa, o non serve a nulla: se non serve a nulla tu sei un imbroglione; se serve a qualche cosa, la giara, così com'è, deve avere il suo prezzo. Che prezzo? Stimala tu.<br>

Zi' Dima rimase un pezzo a riflettere, poi disse:<br>

- Rispondo. Se lei me l'avesse fatta conciare col mastice solo, com'io volevo, io, prima di tutto, non mi troverei qua dentro, e la giara avrebbe su per giù lo stesso prezzo di prima. Così conciata con questi puntacci, che ho dovuto darle per forza di qua dentro, che prezzo potrà avere? Un terzo di quanto valeva, sì e no.<br>

- Un terzo? - domandò lo Zirafa. - Un'onza e trentatré?<br>

- Meno sì, più no.<br>

- Ebbene, - disse Don Lollò. - Passi la tua parola, e dammi un'onza e trentatré.<br>

- Che? - fece Zi' Dima, come se non avesse inteso.<br>

- Rompo la giara per farti uscire, - rispose Don Lollò - e tu, dice l'avvocato, me la paghi per quanto l'hai stimata: un'onza e trentatré.<br>

- Io pagare? - sghignazzò Zi' Dima. - Vossignoria scherza! Qua dentro ci faccio i vermi.<br>

E, tratta di tasca con qualche stento la pipetta intartarita, l'accese e si mise a fumare, cacciando il fumo per il collo della giara.<br>

Don Lollò ci restò brutto. Quest'altro caso, che Zi' Dima ora non volesse più uscire dalla giara, nè lui nè l'avvocato l'avevano previsto. E come si risolveva adesso? Fu lì lì per ordinare di nuovo: «La mula», ma pensò che era già sera.<br>

- Ah, sì - disse. - Tu vuoi domiciliare nella mia giara? Testimonii tutti qua! Non vuole uscirne lui, per non pagarla; io sono pronto a romperla! Intanto, poiché vuole stare lì, domani io lo cito per alloggio abusivo e perché mi impedisce l'uso della giara.<br>

Zi' Dima cacciò prima fuori un'altra boccata di fumo, poi rispose placido:<br>

- Nossignore. Non voglio impedirle niente, io. Sto forse qua per piacere? Mi faccia uscire, e me ne vado volentieri. Pagare... neanche per ischerzo, vossignoria!<br>

Don Lollò, in un impeto di rabbia, alzò un piede per avventare un calcio alla giara; ma si trattenne; la abbrancò invece con ambo le mani e la scrollò tutta, fremendo.<br>

- Vede che mastice? - gli disse Zi' Dima.<br>

- Pezzo da galera! - ruggì allora lo Zirafa. - Chi l'ha fatto il male, io o tu? E devo pagarlo io? Muori di fame là dentro! Vediamo chi la vince!<br>

E se ne andò, non pensando alle cinque lire che gli aveva buttate la mattina dentro la giara. Con esse, per cominciare, Zi' Dima pensò di far festa quella sera coi contadini che, avendo fatto tardi per quello strano accidente, rimanevano a passare la notte in campagna, all'aperto, su l'aja. Uno andò a far le spese in una taverna lì presso. A farlo apposta, c'era una luna che pareva fosse raggiornato.<br>

A una cert'ora don Lollò, andato a dormire, fu svegliato da un baccano d'inferno. S'affacciò a un balcone della cascina, e vide su l'aja, sotto la luna, tanti diavoli; i contadini ubriachi che, presisi per mano, ballavano attorno alla giara. Zi' Dima, là dentro, cantava a squarciagola.<br>

Questa volta non poté più reggere, Don Lollò: si precipitò come un toro infuriato e, prima che quelli avessero tempo di pararlo, con uno spintone mandò a rotolare la giara giù per la costa. Rotolando, accompagnata dalle risa degli ubriachi, la giara andò a spaccarsi contro un olivo.<br>

E la vinse Zi' Dima.<br>
      </span>
    </span>

  </p>
 
</body>
</html>

Commits for Nextrek/iOS/AudioStory/GiaraCapitolo3.htm

Diff revisions: vs.
Revision Author Commited Message
65 FAquili picture FAquili Thu 23 Jan, 2014 14:17:21 +0000

Audiostories:
- Candelora
- Giacomino
- Il treno ha fischiato
- Signore nave